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sabato 9 gennaio 2010

Viaggio nel tempo

VIAGGIO IN EGITTO
(NILO BREVE SPECIAL: 22-12-’01 05-01-’02)

Siamo tornati da pochi giorni da un viaggio in Egitto: è stata un’esperienza fantastica, semplicemente incredibile.
Era un viaggio speciale, il percorso era più breve di quelli tradizionali e i tempi erano allungati rispetto quelli usuali, perché tra i partecipanti c’erano anche persone con disabilità fisiche; era speciale anche perché si era superato di poco il tetto minimo di partecipanti. Non è stato un viaggio facile, lo ammetto, ma forse è stato eccezionale anche per questo: è da molto tempo che ho iniziato a credere che le mete più belle siano quelle conquistate con la fatica e col sudore, e… durante questo viaggio questa mia idea si è concretizzata più e più volte. Gestire una carrozzina in mezzo ai siti archeologici, tra le sabbie del deserto, su e giù dagli alti marciapiedi de Il Cairo, di Luxor, di Assuan o delle altre città, non è stato semplice: l’accompagnatore doveva essere forte e prestante fisicamente, doveva essere spesso aiutato da altre persone; chi stava in carrozzina doveva cercare di mantenere l’equilibrio, doveva fidarsi ciecamente di chi lo aiutava, doveva… doveva spesso alzarsi in piedi, aiutato da altre persone, per raggiungere luoghi dalla bellezza mozzafiato. Già l’Egitto ha luoghi la cui bellezza mozza il fiato sia in senso figurato sia in senso letterale: si resta incantati di fronte alle tombe dei faraoni o di fronte agli innumerevoli templi che si ergono sul suolo egiziano e, se si hanno problemi di spostamento, si va in apnea per raggiungere quelle meraviglie. Nonostante tali difficoltà, bisogna anche dire che ogni egiziano è sempre disponibile ad aiutare le persone in difficoltà, si adopera con tutte le sue forze per portare un “disabile” in ogni luogo. Bisogna sottolineare comunque che è praticamente impossibile andare in Egitto con una carrozzina elettrica: non solo sarebbe impossibile visitare i siti archeologici, ma sarebbe impossibile anche girare per le città perché i marciapiedi sono altissimi e non esistono rampe per raggiungerli! È inoltre indispensabile informarsi prima sugli alberghi, perché non tutti sono adeguati ad ospitare una persona con disabilità motorie.
Con questi piccoli accorgimenti tutti possono quindi andare ovunque, perché tutti hanno il diritto di vedere il Mondo e le sue bellezze! Questa frase vorrei dedicarla ad alcuni connazionali poco corretti, per dire un eufemismo, infastiditi dalla presenza dei disabili: non credo esistano uomini di serie A e uomini di serie B; siamo tutti abili, siamo tutti disabili, perché tutti siamo uomini con gli stessi diritti e doveri! Forse è stato questo l’unico “neo” del viaggio: personalmente mi ha fatto molto male l’essere accettato ed ammirato dai locali ed essere disprezzato ed offeso dai miei connazionali, i quali ritenevano di essere gli unici ad avere il diritto di vedere il mondo sebbene spesso non avessero nemmeno le capacità di guardarlo… mi è dispiaciuto!

Più che un viaggio spaziale, mi è sembrato un viaggio temporale: ho apprezzato moltissimo la possibilità di uscire dai percorsi turistici, perché ho potuto gustare frammenti di vita quotidiana. Era vita vera, vissuta da persone comunissime che non aspettavano la visita di stranieri e continuavano la loro routine senza dover dimostrare nulla a nessuno. A mio parere questa è stata la parte più emozionante: il tempo sembrava essersi fermato all’epoca dei faraoni, i contadini sembravano respirare ancora la stessa aria che aveva fatto vivere i propri antenati, i quali, probabilmente, avevano aiutato a scavare le tombe dei faraoni o ad edificare le piramidi. Era questo il pensiero che invadeva la mia mente e riempiva il mio cuore con mille emozioni lungo le anse del Nilo o dei canali paralleli.
Lo stesso sentimento pervadeva il mio essere quando c’era la possibilità di disperdersi nei mercati o fra le bancarelle comuni dove i venditori cercavano di conquistare la nostra attenzione per trattare la vendita della loro merce: certo, hanno una furbizia unica, non si sa mai quanto valga un oggetto, non si sa mai chi imbrogli di più, non si sa mai se si fa un buon acquisto o un cattivo acquisto, ma l’importante è trattare, l’importante è riuscire ad instaurare un dialogo per qualche secondo con ogni persona che si incontra per strada. A volte è incredibile come alcune persone seguano i turisti anche per chilometri e si mettano a parlare con loro, dando consigli sugli acquisti e sulle botteghe: non si capisce mai se loro abbiano la percentuale o meno, ma ciò che affascina di più è il calore immenso con il quale si è accolti. Spesso basta un saluto o un sorriso per sentirsi bene e per credere di avere anche noi un posto speciale nel Mondo.
La frenesia della vita si svolge quasi ventiquattro ore su ventiquattro lungo le sponde del Nilo e tra i viottoli delle città: sembra quasi incredibile, ma chi ha un negozio o un banchetto lavora praticamente sempre o, perlomeno, in qualsiasi ora del giorno o della notte si può trovare qualcosa da acquistare. Al brulichio perenne del lungo Nilo si contrappone la quiete ventilata del deserto che si estende all’infinito a pochi chilometri di distanza: un infinito finito che circonda e protegge una millenaria civiltà che, per qualche aspetto, è riuscita a conservare la comunicazione con le proprie origini.

8 gennaio 2002
Juri Roverato

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